Interaction design: cos’è e come funziona

03.2022

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Scopriamo insieme cos’è l’interaction design, come funziona e come migliora il design delle esperienze

Tutto sull’interaction design: cos’è e come funziona e quali sono i campi di applicazione

Ultimamente si sente sempre più parlare di interaction design, o design interattivo in italiano. Si tratta di una branca del design che si applica principalmente alle interfacce digitali e permette di progettare delle esperienze di navigazione intuitive e piacevoli per l’utente.

In vista della messa online del nostro nuovo sito web, non possiamo fare a meno di parlare di questi principi che ci hanno guidato nella realizzazione di una interfaccia migliorata, che risponda al nostro claim “Simply Beautiful Design”.

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Interaction design: cos’è

Letteralmente in italiano il termine interaction design viene tradotto progettazione dell’interazione, dove l’interazione in questione è quella tra esseri umani e macchine, siano queste di tipo informatico o meccanico. In altre parole è questa la definizione del design interattivo: quell’attività che non solo rende possibili le interazioni uomo-macchina ma che mira a renderle anche sempre più semplici, così che l’uomo, interagendo con le macchine, possa fruire di servizi e sistemi complessi in modo proficuo e soddisfacente.

Bene, ora che abbiamo capito, più o meno, cosa s’intende quando si parla di design interattivo, andiamo ad approfondire il tutto analizzando i principi che lo guidano e le sue modalità operative.

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Come funziona l’interaction design

L’interactive design, altro nome con cui ci si riferisce alla progettazione dell’interazione, si basa su 2 tipologie di principi fondamentali:

  • principi di usabilità
  • principi di esperienza d’uso (user experience in inglese)

I principi di usabilità sono 5 (efficienza, efficacia, sicurezza, utilità e facilità di apprendimento e di ricordo) e, lo dice anche la parola, prevedono che il design progettato sia facilmente usabile dall’utente finale. Detto in altre parole, hanno a che fare con la misurazione di quanto quel prodotto è utile o intuitivo.

I principi di esperienza d’uso, invece, sono fondamentali perché, a differenza dei primi riguardano il modo soggettivo di un utente di vivere l’esperienza di interazione con un certo prodotto ed è per questo che, nella sua progettazione, tutto deve ruotare intorno all’utente finale; va preso in considerazione, insomma, non solo chi userà l’oggetto ma anche in che contesto lo farà.

Il rispetto dei principi appena elencati si traduce in una serie di attività necessarie da portare avanti per riuscire a progettare una buona interazione uomo-macchina. Le attività, nello specifico, sono identificazione bisogni e requisiti, sviluppo di alternative, costruzione versioni interattive testabili delle proposte di design e test e valutazione.

Dal momento che ognuna di queste specifiche operazioni è fondamentale alla buona riuscita della progettazione, andiamo ad analizzarle nel dettaglio una ad una.

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Identificazione bisogni e requisiti

Come dicevamo anche poco fa, una buona progettazione dell’interazione non può prescindere dallo studio dell’utente finale, e questo non soltanto in termini di user experience, ma anche e soprattutto in termini di bisogni. Le risposte a domande del tipo “Quali sono i bisogni degli utenti a cui ci rivolgiamo e quale tipo di sostegno un prodotto interattivo può offrire loro?” genereranno poi i requisiti che prodotto stesso dovrà possedere per assolvere alle funzioni e alle aspettative dell’utente.

Per riuscire non solo a capire che cosa dovrà fare il prodotto che stiamo sviluppando, ma ad assicurarci anche che supporti i bisogni degli utenti (ovvero per ottenere le risposte a tutte le domande del caso) è essenziale raccogliere dati. E per raccogliere dato 4 sono le metodologie migliori: questionari, interviste, focus group e workshop, ovviamente oltre alle ricerche sul campo.

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Sviluppo di alternative

Una volta individuati i bisogni dell’utente finale e inquadrati quindi anche i requisiti che il prodotto deve avere per essere ritenuto facilmente utilizzabile, arriva il momento di proporre valide idee e alternative che possano soddisfarli, sia i bisogni che i requisiti. Questa fase rappresenta il fulcro dell’attività di progettazione e può essere suddivisa in due ulteriori sotto-fasi:

  • conceptual design
  • progettazione fisica

Nella prima sottofase si concettualizzano bisogni e requisiti andando ad individuare cosa l’oggetto dovrebbe fare, come dovrebbe comportarsi e che aspetto dovrebbe avere. Nella seconda, invece, si definiscono le caratteristiche di dettaglio del prodotto; i colori ad esempio, o i suoi o le immagini oppure le forme delle icone e così via. In conclusione in questa fase altro non si fa che progettare quello che in gergo viene definito wireframe design, ovvero una bozza grafica, uno schizzo non interattivo di quello che sarà il prodotto finale.

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Costruzione versioni interattive testabili delle proposte di design

Una volta chiarite le idee su quello che il prodotto dovrebbe o non dovrebbe fare arriva il momento di produrre quelli che vengono definiti come i prototipi delle idee sviluppate, così da metterle in pratica e testarle. Le proposte di design individuate nella fase precedente vengono quindi sviluppate in versioni interattive così da simulare l’interattività e permettere di individuare in modo molto efficiente eventuali problemi fin dalle prime fasi del design. I prototipi sono inoltre un valido aiuto quando si devono discutere idee con le diverse parti interessate dal momento che rappresentano strumenti di comunicazione per il gruppo di lavoro.

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Test e Valutazione

Prototipi interattivi, sviluppo di valide alternative, tutto è inutile se il prodotto non viene valutato con usabile e accettabile. Tale processo è detto di valutazione iterativa perché utilizza criteri diversi (tra cui la sua capacità di attrazione o la capacità di soddisfare i requisiti) a seconda dello stadio dello sviluppo del prodotto e risulta essenziale per se gli utenti non solo sono in grado di usare il prodotto ma lo trovano anche gradevole.

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Applicazione dell’interaction design al nostro sito web

Il design interattivo ha un campo di applicazione estremamente ampio dalle app fino alla realizzazione dei siti web. Qui l’utilizzo di prototipi interattivi permette infatti di creare un ambiente in cui sia facile e piacevole navigare, disegnando l’esperienza degli utenti nel mondo digitale proprio come si disegna l’esperienza di interazione con i prodotti di design.

Nel progettare il nuovo sito web abbiamo tenuto presenti le esigenze dei nostri utenti, suddividendo i prodotti in categorie sempre più immediate e complete, in modo da trovare le soluzioni ideali ai propri progetti in qualche clic. Non solo: abbiamo migliorato il processo di acquisto online, aggiungendo una sezione “sample” da cui acquistare campioni dei rivestimenti, in modo da poter vedere direttamente le finiture senza doversi recare in uno dei nostri showroom.

Ovviamente non mancano le sezioni ispirazionali in cui sfogliare ambienti completi e Total Look Salvatori. È sempre più facile immaginare i nostri prodotti all’interno di bagni, cucine, sale e nel resto della casa e abbinarli per creare un’armonia di colori e forme.

Abbiamo affrontato insieme l’argomento interaction design, abbiamo visto cosa s’intende quando si parla di questo concetto, studiato i suoi principi cardine e analizzato le sue modalità operative così come i suoi principali campi di applicazione. A breve anche noi usciremo con un nuovo sito realizzato con l’ausilio di questa modalità di progettazione e speriamo tanto possa facilitarvi la vita, perché la vostra felicità è la nostra felicità.

Non esitate a contattarci se ci fossero dubbi o chiarimenti riguardo a questo o altri argomenti da noi trattati, il nostro staff sarà più che lieto di rispondere ad ogni vostra domanda.

Solo il meglio dei nostri progetti, nuovi prodotti, eventi ed esclusive collaborazioni.