Marmo a macchia aperta: cos'è e come si ottiene

03.2022

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Scopri cos'è un marmo a “macchia aperta”

Scopriamo insieme l’unicità del marmo a macchia aperta

La lavorazione del marmo vanta origini antichissime, risalenti a migliaia di anni fa. Da sempre, la sapienza della lavorazione artigianale dell’industria lapidea viene riconosciuta e apprezzata in tutto il mondo.

Ben prima dello sviluppo di tecnologie che permettessero lavorazioni intricate e complesse della pietra, la sperimentazione artigianale sviluppava lavorazioni innovative. Tra queste, una delle più conosciute e apprezzate è il marmo a macchia aperta.

Cosa intendiamo però quando parliamo di macchia aperta? Come si realizza?

Scopriamolo insieme, andando a vedere anche quali sono i marmi migliori per realizzarla e quando questo tipo di lavorazione è particolarmente indicata.

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Cos’è il marmo a macchia aperta

Il marmo a macchia aperta è una tecnica sia di lavorazione che di messa in posa di un rivestimento o un pavimento in marmo. È un tipo di lavorazione molto particolare, che fa sì che le venature delle lastre di marmo riescano insieme a creare un disegno, generalmente di forma romboidale: il risultato sono geometrie emerite e di assoluta unicità.

Le lastre di un unico blocco di marmo vengono aperte e affiancate come se fossero le pagine di un libro, per riuscire a creare un armonico e grande disegno: non a caso in inglese si parla di marmo “open book”, oppure “book matched”.

Per riuscire a realizzare un effetto organico e d’impatto, nella lavorazione del marmo a macchia aperta è preferibile utilizzare segmenti di grandi dimensioni, che permettano di posare l’intera venatura.

In passato, quando le tecnologie dell’industria lapidea non erano ancora molto sviluppate, una posa a macchia aperta permetteva di realizzare insolite decorazioni. In questo modo, si rinnovava e reinventava la tradizionale texture marmorea.

Ma come si realizza tutt’oggi una lavorazione a macchia aperta? Scopriamolo insieme.

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Le fasi di lavorazione del marmo a macchia aperta

Come abbiamo detto, realizzare un marmo per pavimento a macchia aperta richiede una lavorazione molto particolare. Realizzarla non è così semplice come si possa pensare, ma richiede una grande conoscenza del materiale e delle tecniche artigianali di lavorazione.

Ma quali sono i passaggi di questa produzione? Il processo inizia dal marmo grezzo: il blocco, infatti, deve essere attentamente scelto e selezionato. Solo un occhio esperto sa valutare eventuali, e anche minimi, difetti strutturali che possono inficiare il lavoro. Più avanti vedremo come non solo un difetto strutturale ma anche il tipo di marmo influenza la scelta.

Una volta esaminato e scelto accuratamente, è necessario procedere al taglio del blocco di marmo, tramite il cosiddetto processo di segatura.

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Una volta tagliate le varie lastre di marmo, seguendo la linea della venatura, sarà poi necessario fresare e lucidare il marmo in modo alternato. Vengono infatti lucidati sia il lato frontale della prima lastra di marmo, sia il lato posteriore della seconda lastra, quello speculare. Questa è la fase più importante, e che permette poi in fase di posa di poter realizzare un effetto disegnato con la pietra.

Arrivati al momento della posa, le lastre vengono preposate in fabbrica, numerate progressivamente e affiancate a specchio per ricreare un disegno perfetto, che percorre senza interruzione le venature del marmo.

Il valore dell’artigianalità, incomparabile per noi di Salvatori, è indispensabile lungo tutta la lavorazione del marmo a macchia aperta.

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I materiali più indicati per realizzare il marmo a macchia aperta

Come abbiamo già detto, la valutazione del blocco di marmo adatto non deve tenere soltanto conto di eventuali difetti strutturali, ma anche della tipologia di marmo in questione.

Per realizzare questo tipo di lavorazione, infatti, non tutti i marmi sono adatti. È necessaria la scelta di pietre particolarmente venate, oppure orientate come direbbe un artigiano esperto: solo in questo modo sarà possibile ottenere un disegno a specchio dai toni decisi e definiti.

Marmi come il calacatta, l’arabescato, gli onici o le quarziti sono particolarmente adatti ad essere lavorati a libro aperto: caratterizzati da imponenti venature, restituiscono disegni più netti e visibili.

Tra i marmi Salvatori**,** per effetti ben definiti, sono ottimi marmi come il profondo Nero Marquina, il caldo Giallo Siena, il brillante Rosso Francia o l’elegante Verde Alpi. Se quello che si desidera è un effetto più soft, scegliere un marmo prezioso come il nostro candido Bianco Carrara è perfetto.

Per un disegno invece più originale, scegliere una pietra come il Silk Georgette®, caratterizzato da venature lunghe e dritte, consente di realizzare disegni dalle linee più quadrate che romboidali.

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Rivestimento a macchia aperta: pro e contro

Dopo aver visto le caratteristiche tecniche di questa lavorazione e i marmi migliori per realizzarla, cerchiamo di capire i pro e i contro di questa lavorazione.

Una superficie rivestita con una lavorazione a macchia aperta è sicuramente di grande impatto: maestosa e imponente, impreziosisce facilmente ogni ambiente in cui si colloca. Perfetta per realizzare una parete d’accento, si colloca bene in qualsiasi stanza: dietro alla testata del letto, in soggiorno oppure anche in bagno, per mettere in risalto una bellissima vasca freestanding.

È una lavorazione molto prestigiosa, sia per l’effetto estetico sia per il grande lavoro artigianale che richiede: ricordate che a partire dalla scelta del blocco fino ad arrivare alla realizzazione della posa, il lavoro di artigiani esperti è fondamentale per realizzare una finitura armonica e bella.

Il suo aspetto grandioso e appariscente però, non si presta a tutti i tipi di arredamento: per ambienti dall’aspetto classicheggiante, in cui si decide di dare alla parete o al pavimento un ruolo da protagonista è perfetta. I rivestimenti in questo caso si rendono decisamente parte del decoro della stanza.

Nel caso di ambienti più moderni però, dove una ricerca di omogeneità e toni neutri fa da padrone, una scelta così di spicco non è la più indicata: meglio finiture più lineari, che contribuiscano all’effetto minimal tanto ricercato dall’arredamento odierno.

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