Salvatori incontra Cassina: Gabriele Salvatori racconta la storia, l'innovazione e l'evoluzione della pietra naturale

03.2022

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Due marchi storici del design italiano si sono incontrati presso lo showroom di Cassina Milano per dialogare insieme: Salvatori, sinonimo di innovazione legata alla pietra naturale e Cassina, azienda con più di 90 anni di storia che ha segnato l’evoluzione del design contemporaneo.
L’amministratore delegato Gabriele Salvatori ha incontrato Barbara Lehmann, curatrice dell’archivio storico Cassina.
“Cassina e Salvatori uniscono alta artigianalità ed industria” ha esordito Barbara introducendo Gabriele “e soprattutto, entrambi hanno un approccio sperimentale incentrato sull’innovazione”.

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L’innovazione è stato appunto il tema principale della serata, un concetto cardine che ha contraddistinto i 25 anni di Gabriele Salvatori alla guida della compagnia “Non siamo mai stati un’azienda lapidea ‘normale'”, ha detto riferendosi principalmente a Lithoverde®, il primo rivestimento completamente realizzato recuperando gli scarti di lavorazione della pietra naturale. “Abbiamo sempre cercato di distinguerci con le nostre lavorazioni”.

“Quando tutti producevano superfici lucide e piane”, racconta Gabriele, “mio padre inventò un sistema a ghigliottina, “lo spaccatello”, che scendeva sulla pietra così pesantemente che il pezzo si divideva in due seguendo le fessurazioni naturali della pietra “. È stata un’invenzione molto in anticipo suoi tempi ed ha rappresentato un primo esempio di finitura superficiale della pietra in alternativa alla levigatura. Presto arrivarono le specifiche per i grandi progetti architettonici in tutto il mondo fino ad essere scelto per il Museum of Modern Art di Los Angeles.

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Le collaborazioni con i designer sono l’altro elemento di valore del mondo di Salvatori.
Ogni anno Gabriele sceglie personalmente i designer che meglio possano interpretare il brand attraverso una personale visione della pietra naturale. “Non inseguiamo mai ‘i nomi’ in quanto tali”, spiega Gabriele parlando del processo creativo, “contattiamo i designer quando notiamo che il loro stile è vicino al nostro, o quando dimostrano una spiccata sensibilità per il materiale “. Parlando delle recenti collaborazioni, ha osservato: “Abbiamo lavorato con menti brillanti dell’architettura, da Kengo Kuma a John Pawson. Attualmente Piero Lissoni e non ultimo David Adjaye, con cui stiamo realizzando un fantastico progetto a Manhattan.

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