Le Hidden Rooms di Elisa Ossino

03.2022

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"Volevo cambiare radicalmente lo spazio"

In occasione della settimana del design a Milano, la più grande fiera internazionale del design al mondo, abbiamo chiesto all’architetto, designer e amica Elisa Ossino di reinterpretare il nostro flagship store, che si trova nel cuore di Brera a Milano.

La proposta sviluppata da Elisa, che prende il nome di “Hidden Rooms”, interpreta trame e finiture in pietra naturale in modi non convenzionali e innovativi guidando i visitatori attraverso “illusioni ottiche” che spingono il potenziale espressivo della pietra naturale verso nuove vette. Un percorso alla scoperta dei lavori di John Pawson con la sua nuova collezione per la tavola Ellipse, Piero Lissoni che ha presentato la nuova collezione Pietre perdute il cui primo prodotto è un tavolo da bistrò realizzato grazie all’impiego di pietre, con una forte valenza storica, recuperate grazie alla innovativa applicazione della tecnica giapponese del “kintsugi”, oltre alla collezione da bagno Balnea della stessa Elisa.

Subito dopo il salone, abbiamo parlato con Elisa Ossino per saperne di più sul progetto.

Qual è stata l’idea alla base del concetto “Hidden Rooms”?

Volevo cambiare radicalmente lo spazio. Lo showroom Salvatori, è sempre stato molto aperto. Ho quindi voluto “chiudere” le stanze, usando le linee e i motivi geometrici della pietra per creare un contrasto fra illusione e materia mentre ci si muove nello spazio. È un tipo di linguaggio che usiamo molto nel nostro studio perché amiamo lavorare con la geometria, ma volevo anche essere molto libera con lo stile e, così, queste “Stanze nascoste” presentano alternativamente alcuni spazi minimi e altri più giocosi, oltre al fatto che mi sono ispirata anche al lavoro dei miei architetti preferiti come Mario Botta e Carlo Scarpa.

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Com’è stato lavorare con prodotti di altri designer, come Piero Lissoni e John Pawson?

Non penso che il lavoro di questi designer sia necessariamente simile a quello che faccio, ma sono una grande fan delle loro creazioni. Quando mi occupo del design di interni, mi piace lavorare con prodotti di designer diversi – è facile creare spazi quando si ha qualcosa in comune nella concezione estetica. È stato un percorso molto piacevole.

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Qual è stata la risposta all’installazione?

Penso che abbia sorpreso molte persone! Non è comune vedere una stanza completamente in marmo, una stanza in cui, per esempio, anche la frutta è fatta di pietra. Questo spazio, in particolare, era un riferimento ad un periodo che amo davvero, gli anni ’50, in cui, nel design per gli interni, era di moda avere frutta di marmo in casa. È stato coinvolgente e ha fatto colpo sui visitatori.

Abbiamo anche giocato molto con specchi e riflessi, cosa che le persone hanno gradito particolarmente, soprattutto su Instagram, anche se allineare perfettamente gli intarsi del marmo è stata una sfida tecnicamente molto difficile. Parte della bellezza che abbiamo ottenuto per il Salone non era solo nelle qualità estetiche delle camere, ma nella loro realizzazione, nella raffinatezza tecnica del montaggio dell’installazione, una cosa in cui Salvatori eccelle.

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Cosa ti piace del lavorare con Salvatori?

Lavoriamo insieme da molto tempo e ho la sensazione che nulla sia impossibile. “Balnea”, la mia nuova collezione da bagno, è tipica del mio modo di lavorare – ispirandomi al passato (in questo caso le terme romane) e interpretandolo in una chiave contemporanea – ma è anche tipico del lavoro di Salvatori. La vasca è un pezzo scultoreo incredibilmente complesso perché, per crearla, bisogna scavare un grande blocco di marmo e lavorarlo con molta attenzione e in modo da ottenere un contrasto tra il materiale pesante e il vuoto creato dall’intaglio. Ci sono volute 12 persone e otto ore di lavoro per installarlo nel Salone, ma alla fine è stata una grande soddisfazione.

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