L'ambiente bagno

03.2022

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Per Elisa Ossino il bagno diventa quasi reverenziale

Il bagno è l’ambiente domestico della calma e della contemplazione, lo spazio che più di ogni altro è progettato a misura della persona, per fruirne in solitudine. Privato per necessità, è il luogo dedicato ai nostri piccoli rituali quotidiani attraverso cui ci rinnoviamo e ristoriamo; fuori dal contesto, è il posto dove fermarsi e riflettere, per sfuggire al vortice della vita moderna.

Il design contemporaneo, per esigenze di gestione degli spazi, spesso ha trascurato questo ambiente. Escluso dalle gallerie fotografiche degli ultimi entusiasmanti progetti pubblicati su siti web di architettura e raramente esposto come esempio di nuove idee pionieristiche in fiere e festival del design, il bagno – limitato alla necessaria inclusione di lavandino, wc, doccia e vasca – ha rischiato di essere visto come il vicolo cieco del design, una sfortunata esigenza architettonica.

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Ma non è sempre stato così. Le Corbusier – nel suo Manuale dell’abitazione, pubblicata nel 1923 – ha immaginato un bagno, con finestre su ogni parete, al posto del salotto, celebrando piuttosto che nascondendo l’uso di questo spazio: “Esigete un bagno in piena luce e sia una delle più grandi stanze dell’appartamento, il vecchio salotto ad esempio”. Qualche anno dopo, in risposta all’alto costo e all’inefficienza d’uso dello spazio dedicato al bagno, Buckminster Fuller proponeva un ambiente formato interamente da quattro sezioni di lamiera stampata che univa le strutture del bagno in un’unica unità. Queste forme sperimentali hanno sfidato gli archetipi esistenti, riuscendo a concepire e consolidare un nuovo sistema che, grazie ad una stanza spaziosa e piacevole in cui trascorrere il tempo, assolveva meglio il compito che fino ad allora i designer del 20 secolo avevano relegato a sole stanze isolate e tristemente funzionali.

Il concetto di Le Corbusier di un bagno separato dalla camera da letto soltanto da una parete a mezza altezza oggi non scandalizza più i critici di design ed i giornalisti, come era successo nel 1927, ed i progettisti non hanno ormai più bisogno di approcciare e confrontarsi con prudenza a questo ambiente rendendolo riservato. Oggi il bagno è associato all’idea di quello che può offrire da un punto di vista esperienziale oltre che agli aspetti puramente funzionali; può offrire tranquillità lontano dai rumori della vita quotidiana, un ruolo sempre più vitale in un’era di costante connettività.

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Il nostro approccio al bagno è innovazione, volta a creare un’atmosfera di calma e riflessione: l’elegante e geometrica vasca da bagno Onsen di Rodolfo Dordoni, che rievoca le sorgenti termali giapponesi; o la ritmica armonia dei moduli lavabo Adda disegnati da David Lopez Quincoces, che abbinano la pietra naturale al legno per mitigare il design contemporaneo con la rassicurante nostalgia del materiale.

Per Elisa Ossino, il bagno diventa quasi reverenziale. La semplicità spirituale della sua recente collezione Balnea è enfatizzata dal delicato contrasto dinamico dei pesi, la leggerezza delle tende da doccia in lino plissettato a contrasto con l’imponente vasca monolitica, i lavabi freestanding accostati all’esile design dei moderni appendiabiti. Frutto di una ricerca mirata, l’uso espressivo della pietra naturale di Elisa, esalta il potenziale riflessivo del bagno.

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L’esaltazione dell’antica memoria del materiale, il richiamo alle immense pressioni morfologiche che lo hanno generato impresse per sempre nelle sue venature e nelle variazioni cromatiche uniche ed irripetibili, ci ricordano di considerare la vita in un contesto più ampio, meno immediato, per prenderci delle pause.

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